Intervista esclusiva ❤

   CHIARA IEZZI DEL DUO MUSICALE    

                PAOLA & CHIARA 

       POLIEDRICA E CARISMATICA

                                         

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Chiara Iezzi cantautrice del famoso duo musicale Paola & Chiara ha iniziato la sua carriera di cantante nel 1996. Un grande successo iniziato nel 1997 con la vittoria del festival di Sanremo nella categoria “Nuove Proposte” con la canzone “Amici come prima” e continuato con le canzoni  Vamos a bailar (Esta vida nueva) – uscito in tutto il mondo e tradotto in inglese e spagnolo – Fatalità, Kamasutra, Festival, Blu, Win the game, A modo mio, per citarne solo alcune; fino ad arrivare all’ultimo album “Mille luci” uscito nel novembre 2010 e un tour nel 2011. Chiara negli anni si esibisce insieme a sua sorella Paola in molti programmi musicali; poliedrica e creativa realizza con lei la colonna sonora di uno spettacolo teatrale, la sigla mattutina di Deejay chiama Italia. Attenta al sociale partecipa nel 2009 insieme a Paola al megaconcerto “ Amiche per l’Abruzzo e sempre nello stesso anno le sorelle Iezzi ricevono il premio Giacinto Facchetti,  sia per la carriera artistica meritevole e luminosa sia per l’impegno dimostrato nel sociale.

          

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-Che cosa rappresenta per te la musica? Quali sensazioni ti trasmette?
CHIARA: La musica è per me una risposta creativa , che si edifica sopra il vuoto, per mezzo di uno sforzo. E’un’intuizione che diventa gioco in rima e nello stesso tempo “quasi” una formula di salvezza. La creatività secondo quello che ho sperimentato concretamente, non c’entra granchè con il “sentire”. E’ un momento puro, un’istante nel tempo dove qualcosa si forma dal nulla e dove il cervello è praticamente svuotato da ogni pensiero logico. Il sentire e provare “emozioni” è una dimensione che appartiene al pubblico a cui è rivolta la canzone. L’artista non dovrebbe mai “sentire”, solo “ascoltare”e compartecipare con ciò che ha intorno trovando il “suo” modo di esprimerlo all’esterno. Se “sente” troppo è perchè forse la sua forma d’arte è di base trattenuta per se stesso, poco rivolta agli altri. Quindi un atto di piacere personale. Noi (artisti), ed è sempre per esperienza provata sulla pelle, siamo solo canali che passano l’energia agli altri, non possiamo pretendere nient’altro o di possedere o trattenere perchè è “piacevole”. La verità chi “sente” troppo, cioè se sei “troppo” sensibile come spesso si dice in forma di clichè per l’ambito artistico, non puoi creare veramente.
-In questi lunghi anni di carriera artistica il tuo stile ha subito varie trasformazioni, come vedi la Chiara degli esordi rispetto a quella di oggi?
CHIARA: Dal successo del 97 sono rimasta un po’ in stato di shock per tutto il primo anno. Ero una ribelle e un’idealista, e ovviamente per questo ho provato delusioni. Il successo è come una storia d’amore, ti dà, poi ti toglie e poi ritorna…ti risolleva e poi non capisci più niente. La verità non si può tenere tutto sotto controllo, soltanto lavorare molto;la regola che è più un regime, è che non puoi fermarti, se no non esisti. Bizzarro vero? (ride). Nel tempo ho trasformato diverse cose. Prima tiravo come una macchina senza chiedermi se stavo bene. Oggi mi soffermo e dico: “Chiara, ti va davvero di fare questo o quello” ?. Me lo domando sempre. A volte ancora oggi non riesco a capirlo davvero. A quel periodo comunque, devo la grande produttività: 7 dischi in 9 anni con la SONY, un superlavoro di scrittura e produzione, praticamente senza sosta. Questo ovviamente rimarrà sempre. Sono stati anni impegnativi e solo dedicati a produrre. Il pubblico ha ripagato lo sforzo.
-I temi affrontati nei vostri brani spaziano dall’amore al sociale, sonorità sempre nuove e particolari, come avviene la vostra ricerca in materia?
CHIARA: …E’ un’intervista a Paola&Chiara allora! (ride) ..scherzo. Si , c’è sempre stata ricerca, viaggiavamo molto in passato ed ogni mostra d’arte, libro o esperienza vissuta poteva dare spunto. Poi abbiamo imparato ad usare più immaginazione. Pioggia d’estate per esempio, l’abbiamo immaginata nel deserto, dove non siamo mai state.  Perchè è bello immaginare che arrivi qualcosa come la pioggia in un luogo dove spesso manca l’acqua, come il deserto. La musica è un pò questo. Se ho necessità di qualcosa che manca,  me la creo con i mezzi che ho, e anche se penso di non avere niente in mano. E forse quello è il momento più potente. Quando per esempio ho scritto “non ho più niente da perdere”in Vamos a bailar, ne ero convinta. Ed è stato potente. Il pezzo, intendo. Ma anche il momento vissuto in cui c’era questo vuoto da cui si è creata la frase. Mi trovavo in una dimensione ignota che mi faceva paura. Non era un fatto di “sentire” qualcosa. Il vuoto lo vivevo realmente e la necessità creativa all’epoca si è manifestata così : “Ok, non puoi fare altro che ballare nel vuoto”. Ed è Così è venuta fuori la canzone.
-Il video dell’ultimo brano Mille luci, è stato girato nella cosmopolita Londra, che cosa ami di più di questa città?
CHIARA: A Londra ho girato anche il mio singolo solista Nothing at All. Amo Londra da quando avevo 15 anni. Era un sogno fin da ragazzina e ha sempre rappresentato un luogo legato alla musica. Girare Milleluci non è stato semplice. Ho sofferto un po’, mi aspettavo un video meno disincantato nei toni e forse un poco più natalizio. Ho sempre un occhio di riguardo per il pubblico giovanissimo. Una certa magia nei video è necessaria alle persone per sognare, come fosse un piccolo regalo. Volevo un po’ più di leggerezza, così ad un certo punto ho disegnato un cuore sul vetro dell’autobus che poi sono stata felice sia rimasto nel montaggio. E’ stato un piccolo gesto di amore e condivisione, desideravo più di ogni altra cosa che il video trasmettesse un messaggio di unità con il pubblico. Comunque è andata così. MTV e le altre tv alla fine non l’hanno programmato.  Comprendo comunque anche le visioni dei registi, ognuno ha sempre il suo film da fare e le personali scelte artistiche. La cosa migliore è trovare sintonia tra tutti i componenti di una squadra, comunicare e andare tutti in una direzione perchè non ci siano conflitti e non ne risenta la canzone che è invece da preservare. Lei è la più importante di tutti.
-Sei una donna poliedrica e creativa oltre alla musica so che ami la fotografia, l’arte e la pittura, hai recentemente esposto i tuoi quadri in una mostra personale, lo fai per passione e piacere o speri diventi in futuro qualcosa di più importante?
CHIARA: No, sono stati episodi di pura condivisione e arricchimento personale come artista. Non ho mai pensato ad una carriera in quel senso.
-Sei una persona dall’animo sensibile, attenta al sociale e ai bisogni dei più deboli; la Cabala ha contribuito al tuo avvicinarti al benefico?
CHIARA: Ultimamente ho riflettuto seriamente sul senso della beneficienza. Condividere con gli altri può voler dire provare a mettersi nei panni degli altri. Forse bisognerebbe stare senza mangiare , bere e senza beni materiali per un po’ per arrivare a capire come si sentono in certe parti del mondo. Spesso si sente dire che si dona per sentirsi a posto con la coscienza, ma così non cambiano davvero le cose. E’ necessario mettere il cuore nell’azione. Non dico che non sia utile, tuttavia è comunque intellettuale, meccanico, una specie di dovere sociale etico, quasi politico. L’atto d’amore va molto più in profondità. E ancora sto riflettendo sull’intenzione vera, prima dell’azione.
-L’interesse odierno per la Cabala è dato dai suoi sottili riferimenti psicologici che, secondo gli appassionati, ne fanno un ottimo strumento di riflessione e indagine dell’animo umano, addirittura paragonato per potenza alla Mitologia greca. Che cosa rappresenta per te?
CHIARA: Non ‘ che “rappresenti” qualcosa. Sono strumenti da utilizzare nel confronto con gli altri.Va bene conoscere e indagare se lo scopo è trasformare se stessi e ispirare il cambiamento negli altri. E’ comunque tutto un fatto di scelta personale. Non possiamo cambiare la testa alle persone, ognuno , immagino, vorrebbe mettersi in contatto con il  proprio potenziale e realizzarlo.
-Cambiando argomento, quali sono i progetti futuri di Chiara Iezzi?
CHIARA: Non sono in un periodo di grandi decisioni, mi sto occupando di varie cose personali tra cui evitare di pensare troppo a cosa “devo” fare!Cose semplici e normali. Sono un’artista, con le proprie visioni e ho a cuore la trasformazione e il movimento. A breve uscirà un film “Maledimiele” di Marco Pozzi  nelle sale italiane. Ho cantato la canzone “l’altra parte di me” che chiude il lungometraggio. Sono contenta per il regista che è un creativo di talento . Ho ammirato di lui  il fatto che non abbia speculato sull’argomento “anoressia” che viene trattato nel film. Il cuore di questa opera è l’affettività, trovare un modo per esprimerla, e a come può scomparire ad un certo punto se non c’è spazio per l’ascolto dei veri bisogni dell’anima.
-Sogni di avere una famiglia e dei figli? Credi nei valori della buona educazione?
CHIARA: non lo considero un sogno. direi che per una donna in generale e in particolare che fa un lavoro come il mio diventare madre è una responsabilità grande, una conquista. Vorrei arrivarci con grande armonia. Sarebbe bello. Sull’educazione, non so dire quale sia quella “buona”. Forse è solo quella dell’ascolto. Se ascolti tuo figlio, lui si amerà e sarà amato.
-Per Chiara la moda è…? Ti senti una fashion victim o ne ami solo il senso giocoso?
CHIARA: non amo la parola VICTIM in generale. Mi piace in senso ironico come tu suggerisci. La moda è trasformazione continua, ha un potere enorme. Gli stilisti sono dei visionari e il loro sforzo è costante, straordinario,la vita della gente è scandito dal movimento incessante della moda.
-Nello spettacolo come nella musica e in altri contesti artistici molto spesso è usato un linguaggio scurrile per trasmettere messaggi diretti e immediati al pubblico. Qual è il tuo pensiero in merito?
CHIARA: dipende chi li usa. nell’arte è praticamente tutto lecito. a volte l’artista può trasformarsi per sua scelta in un canale aggressivo. Per svegliare le conscienze può arrivare anche a dover usare mezzi provocatori.Rischiando di suo.
-Nel rapporto con tua sorella Paola c’è mai stata competizione, gelosia o la voglia di separare le rispettive carriere?
CHIARA: Anni fa eravamo più simbiotiche. ognuna nel tempo ha cercato di sviluppare il proprio spazio. non c’è nulla di male nel volersi esprimere a livello personale e lo abbiamo già fatto diverse volte. Oggi , quando lavoriamo in due è un modo , non sempre facile, per mixare due differenti visioni e creare uno stile diverso ogni volta.
-L’ultima domanda che voglio farti cara Chiara è su di me. Cosa ne pensi del Galateo di Madame Eleonora?
CHIARA: Penso che il tuo blog di Galateo sia molto trendy e aperto per potersi raccontare. Grazie per lo spazio che mi hai dedicato.
Intervista curata da Eleonora Miucci